Quale forza? Quale ordine?

La mattina del 20 luglio nel tribunale di Teramo si è svolta l’udienza in merito al processo che riguardava due compagni, ovvero l’accusa di resistenza ed oltraggio, per la contestazione alla banda della Polizia, il 7 Giugno del 2016 a Giulianova durante il “Festival delle bande internazionali”.

Intorno alle 10 all’ingresso del Tribunale di Teramo alcunx compagnx (una ventina) intentx ad entrare per assistere all’udienza sono statx fermatx da un nutrito schieramento di sbirri: inizialmente con la scusante dell’indecorosità del vestiario (pantaloncini corti) successivamente, dopo un rapido cambio d’abiti, con non meglio definiti motivi di ordine pubblico.

Nonostante questi ridicoli divieti il gruppo ha deciso comunque di esprimere solidarietà ai propri compagni organizzandosi spontaneamente in un presidio. O almeno provandoci. Infatti, proprio nel momento in cui l’assembramento si è posizionato nella stradina adiacente al tribunale parte la prima carica. Fin qui niente di nuovo.

Ci ritroviamo a scrivere tutto questo non per vittimizzarci o per parlare di quanto gli sbirri siano cattivi, ma per evidenziare sia le strane dinamiche di piazza messe in atto quella mattinata sia quello strano atteggiamento.

Infatti, dal momento della prima carica in poi, l’atteggiamento dell’esaltata sbirraglia è diventato pericolosamente imprevedibile: gli sbirri iniziano a muoversi in maniera disordinata, sono sparsi ovunque, sono in mezzo e fuori il gruppo di compagnx, volano sputi, manganellate, rincorrono e buttano a terra compagnx, alcuni particolarmente esaltati dal ruolo di potente picchiatore vengono paradossalmente frenati da altri celerini. Nel parapiglia, un compagno che indietreggiava sotto la minaccia del manganello viene colto di sorpresa da un camerata in divisa che furbamente lo prende alle spalle e lo fa accerchiare dagli altri sbirri, rendendo agli/alle altrx compagnx difficile riprenderselo. Il compagno viene dunque caricato in volante e portato in questura, dove i/le compagnx si dirigono immediatamente per non lasciarlo solo e per esigerne il rilascio.

Verrà però rilasciato solo diverse ore dopo, notificandogli per giunta un’inspiegabile ed assurda denuncia per “Resistenza a pubblico ufficiale”.

Attimi di tregua sotto il tribunale, dove le/i compagnx si ripresentano dopo una mezzoretta per salutare Paska che nel frattemo sta uscendo dall’udienza. Gli sbirri ancora fomentati dagli scontri tornano in tenuta anti-sommossa, ma ne usciranno insoddisfatti tanto da ripartire mandando a fanculo dalla camionetta, come dei bambini capricciosi.

Come già accennato, riportiamo questa infame esperienza per aprire una riflessione sui possibili nuovi scenari di lotta. A caldo ci viene da pensare che se da un lato la resistenza alla repressione diventa sempre più difficile, dall’altro lato è ormai evidente che il potere si manifesta giorno dopo giorno sempre più crudele, tirannico e, dunque, fascista.


Tutto questo non ci spaventa, mai un passo indietro. Oggi più che mai ribadiamo il nostro odio verso lo
Stato e i suoi servitori.

Ogni sbirro è un bersaglio. ACAT

Per leggere la dichiarazione di Paska quella mattina in tribunale, clicca qui.

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