10 anni fa il rogo della ThyssenKrupp

 

I morti sul lavoro non sono mai un’inaspettata tragedia: sono, citando un ex ministro italiano decisamente inconsapevole di star dicendo una tristissima verità, <<il prezzo da pagare per garantire lo sviluppo economico del Paese>>.

E allora è doveroso cambiare i termini del discorso quando si parla di morti sul lavoro.

Non sono “lavoratori” e “lavoratrici”, sono “schiavi” e “schiave”;
non sono “persone”, sono “sacrifici”;
non sono una “fatalità” ma un “rischio calcolato”.

Non sono “morti bianche”. Di bianco non hanno nulla se non il marmo delle tombe; sono morti ammazzati dai boia del capitalismo che continua, da troppo tempo ormai, a porre il profitto sopra e al di là della vita delle persone.

Dieci anni fa il rogo della ThyssenKrupp, dieci anni da una strage perfettamente calcolata e perfettamente normale e prevedibile per il nostro sistema economico e i nostri governi.

Dieci anni dall’olocausto di 7 persone che non devono essere dimenticate come non dimentichiamo nessun altra vittima del capitalismo.

Mai come oggi vogliamo essere liber*: liber* dalla schiavitù del lavoro imposto.

(6/12/2007 – 06/12/2017)

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