Dom 02 Dicembre – Guerra allo Stato di Guerra – secondo incontro

Domenica 02 Dicembre h 19
LabCulture Antifasciste & Dolly Roger @ Groove

Secondo incontro della serie antimilitarista “Guerra allo Stato di Guerra”

Il tema questa volta è “Istruzione, Ricerca e Militarismo”.

Le Scuole controllano capillarmente le nuove generazioni infondendo loro una mentalità gerarchica e d’obbedienza tipicamente militarista mascherata da vuoto patriottismo.
Istruzione e Ricerca sono spesso finanziate dall’Industria Bellica, dunque piegate al suo servizi. Non a caso l’Italia è il 3° Paese più militarizzato al mondo. Non a caso l’Italia è nella Top10 dei Paesi che esportano più armi nel mondo.
Non c’è teatro di guerra dove non ci sia l’esercito italiano o quanto meno armamenti “made in Italy”: questo è il tangibile contributo alla Pace ed al Benessere mondiale da parte dello stato democratico italiano.

Dalle 19
Aperitivo Popolare
in supporto al progetto Dolly Roger

A seguire
Dj-Set Indisciplinato
Reggae, Punk e Rap senza nessun riguardo

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Dom 18 Novembre – Guerra allo Stato di Guerra – primo incontro

Primo incontro del novembre antimilitarista.

A cento anni di distanza dalla fine della prima guerra mondiale, continuano le fanfare delle infami menzogne sulla vittoria (poi vittoria mutilata), sulla “guerra che ha unificato il paese”, sul “re soldato”.

Ripartiremo dagli stereotipi che ancora aleggiano sul 15-18, sul come e perché i padroni riuscirono a trascinare milioni di contadini in guerra.

Parleremo delle sofferenze e delle privazioni, delle decimazioni, dei carabinieri che sparavano ai soldati alle spalle, delle diserzioni e dei soldati rinchiusi in manicomio.

Una tragedia inutile ed ingiustificata su cui ancora oggi vige un alone di mistero, in fin dei conti una guerra vinta non si contesta!

Nella serata parleremo anche del nostro compagno Paska, in carcere a La Spezia, e dell’infame trattamento che sta subendo.
OGGI COME IERI FUOCO ALLE GALERE! Continua a leggere

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Minniti al FLA: striscione e cori anarchici ad accoglierlo

Stufi/e di un’indignazione e di una rabbia espresse solamente sul Web, ieri sera intorno alle 21 una decina di compagnx hanno deciso di esprimere con il proprio corpo il dissenso verso la presenza dell’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti nella città, accogliendolo con uno striscione che recitava “Minniti / Salvini: facce diverse, stessi aguzzini” e intonando cori contro il delirio securitario.

Riteniamo opportuno riflettere su cosa sia il FLA e sul motivo per cui è stato invitato uno dei personaggi più infami degli ultimi anni, colui che ha seminato Morte e Repressione, in Italia e non solo. Continua a leggere

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Guerra allo Stato di Guerra

In questi giorni in cui si decantano le Forze Armate e si festeggia il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, rifiutiamo di unirci al coro nazionalista.

Abituati a PENSARE CON LA NOSTRA TESTA e a sceglierci i nemici e gli amici senza che nessuno ce lo imponga dall’alto, NOI celebriamo la Diserzione, l’Insubordinazione e la Ribellione. Disertare richiede capacità di giudizio autonomo, determinazione, coraggio e una buona dose di fortuna. Continua a leggere

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15 Ottobre 2011 – La solidarietà è la nostra arma

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Ieri notte sono comparsi questi manifesti a Pescara in solidarietà dei compagni e delle compagne indagate per devastazione e saccheggio per i fatti del 15 ottobre, di Cremona e del Brennero.

Chi ha compagnx non è mai solx.

LA SOLIDARIETA’ È LA NOSTRA ARMA

Chi si ricorda del 15 ottobre 2011, si ricorderà anche dell’aria che si respirava in quella giornata. Ricorderà la rabbia, e la gioia di condividerla insieme a migliaia di persone. Per quella rabbia, che compagne e compagni hanno rivolto contro lo Stato e le sue politiche economiche, culturali e sociali repressive, 15 persone sono state condannate, anche fino a 9 anni, principalmente per il reato di devastazione e saccheggio. Alcunx sono addirittura stati incarceratx come misura preventiva: ricordiamo il nostro amico e compagno Chucky, ad esempio, preso di forza dalla sua abitazione e portato in carcere (tortura di Stato!), prima pure di processi o condanne; o Davide, che è stato rinchiuso in condizioni degradanti per 3 anni e che contro il reato di devastazione e saccheggio ha scelto di fare lo sciopero della fame. Continua a leggere

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La Legge non è la mia sfida

Giustizia non è la Legge. Giustizia non è la sentenza di un Tribunale. Giustizia non è Diritto.

Il Diritto non è sacro e la violenza fa parte del Diritto, nella sua fondazione, nella sua sostanza, nella sua difesa. La Legge è strutturalmente in crisi, destinata ad essere oltrepassata, perché attraversata da un ineliminabile fattore di violenza.

La Giustizia è al di là del Diritto. Continua a leggere

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Reddito di Cittadinanza: la “rivoluzione” amica delle banche e della grande produzione, del consumismo condizionato e dell’asservimento

Siamo chiari fin dal principio: non è intenzione di chi scrive spendersi in ragionamenti su Spread, Mercato e altre questioni che esulano dalle proprie competenze. Ciò su cui intendono focalizzare l’attenzione queste brevi righe è piuttosto smascherare il volto classista del fantomatico Reddito di Cittadinanza, spacciato come misura “rivoluzionaria” e “popolare”. Continua a leggere

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In fuga, verso la libertà!

Altro che 35€ al giorno! Altro che hotel a 5 stelle! Altro che pacchia!

La risposta più concreta alle cialtronerie dei razzisti arriva direttamente dai soggetti di tutti quei racconti fantasiosi.

La fuga dei 40 migranti della nave Diciotti “ospitati” nel centro di Rocca di Papa mostra persone che non sono disposte ad accettare la condizione di semi-reclusione e di “lavoro volontario gratuito” (leggasi schiavitù) nei sovraffollati Centri di Accoglienza, dislocati spesso nelle periferie e nelle campagne italiane, lontano dai centri abitati e non agevolmente collegati.

La fuga di questi 40 migranti smentisce quanti pensano che rischiare la morte, tra deserto, torture libiche e viaggi della disperazione in mare, abbia come fine ultimo semplicemente quello di “scroccare i contributi agli italiani” (quanto egocentrismo!).

Questa fuga dimostra che gli “Hotel a 5 Stelle per migranti” e i “35€ al giorno” esistono solo nella propaganda razzista e nella sua spettacolare diffusione a mezzo stampa, web e tv.

La lezione che ci dà questa fuga è che neanche una legge infame, come lo è il Regolamento di Dublino, può fermare il desiderio di libertà di chiunque, inclusa la libertà di movimento. Ad una legge che obbliga un richiedente asilo a risiedere nel primo Paese di approdo, la risposta concreta è la fuga verso il luogo in cui si trova la propria famiglia, la propria amicizia o semplicemente la propria felicità.

Una lezione ai vari Salvini ed Orban in giro per l’Europa: le chiacchiere dei politicanti sono buone solo per lo spettacolo elettorale, non per risolvere i problemi.

In un’epoca in cui la merce sembra godere di più rispetto della vita, anche una corsa assume una valenza rivoluzionaria.

In fuga, verso la libertà!

Per approfondire il tema dell’”accoglienza” clicca qui.

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Il cielo su Pescara

Alle 13.25 del 31 agosto 1943 stormi di ombre invadono il perimetro della città assolata: mandrie di goffi uccelli quadrimotori iniziano il loro rito della morte. Tre ondate di B-24 “Liberator” del 98° e del 376° Bomber Group della IX zona aerea degli USA, partite da Bengasi, scrostano il sole dalla pelle dei bagnanti. Nel corso del primo bombardamento di Pescara vengono sganciate circa 500 bombe, dal peso complessivo di oltre 850 quintali; la città, colpita principalmente nella zona a nord del fiume, arrivò a contare poco meno di 3000 morti. Al termine della serie di bombardamenti (furono sganciate altre bombe, nella città oramai quasi deserta, tra il 14 e il 20 settembre, il 17 ottobre, l’8 e l’11 dicembre) circa 1265 edifici risultarono completamente distrutti, 1335 gravemente danneggiati e 2150 in maniera più lieve: il 78% della città era oramai nulla più che un cumulo di macerie e cadaveri. Continua a leggere

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Le strade sicure le fanno le compagne che le attraversano, non i fasci e gli sbirri

Ieri, sabato 1 settembre, mentre facevano la loro solita camminata pomeridiana lungo il corso, i/le pescaresi hanno trovato in pieno centro, Cas(s)aPound in presidio al terminal bus. Indetto in seguito allo stupro avvenuto sabato 25 agosto nella zona terminal bus, questo presidio, con chiamata regionale, intendeva opporsi al “degrado” della zona della stazione, farcendo il discorso di sessismo e razzismo, con la solita retorica contraria all’immigrazione. Ovviamente da buoni fascisti servi del potere quali sono non è mancata la richiesta di maggiore presenza di sbirri nelle strade.

Quello stesso pomeriggio, però, i fascisti non si aspettavano che delle persone, compagni e compagne, immigrati ed immigrate, spontaneamente e autorganizzandosi, si opponessero alla loro presenza, dimostrando che per stare in strada non c’è bisogno di chiedere il permesso a nessuno. Dall’altra parte invece un manipolo di obbedienti servi del potere, disposti a interrompere il presidio quando è scaduto l’orario gentilmente concesso.

Ieri, con quella contromanifestazione, si è urlato chiaramente che le donne non vogliono essere difese dalla merda fascista e che strumentalizzare uno stupro per portare avanti politiche razziste e securitarie fa incazzare, fa schifo e viene respinto con tutte le forze. Lo stupro è l’apice della violenza del patriarcato, a prescindere dalla nazionalità di chi lo compie, ed è ancora pratica ricorrente dei fascismi e degli uomini in divisa. Obiettivo di chi era in strada contro Cas(s)aPound è anche quello di esprimere la massima e più sincera solidarietà alla donna che ha subito la violenza.

LE STRADE SICURE LE FANNO LE COMPAGNE CHE LE ATTRAVERSANO, NON I FASCI E GLI SBIRRI.

Questo il volantino comparso nelle strade la notte prima del presidio.

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