Noi sappiamo bene quanto il vostro modo di pensare sia tossico, e quanto sia tossica la vostra retorica, quella della sicurezza, quella che vorrebbe difendere la biblioteca con il bastone.
E’ successo che non ci incantate più: di cultura e di donne vi ricordate solo quando dovete mettere mano al manganello, quando dovete trasformarle in “civiltà” per discriminare chi viene da lontano.
Sappiamo bene che il libero sapere non è mai cresciuto in gabbia.
Sappiamo bene che dividi et impera non è solo uno slogan, ma una politica che attuate quotidianamente tra gli ultimi e le ultime cercando di indirizzare l’odio contro chi è migrante e chi è dissidente, e non contro i padroni. E ora volete attuare la stessa politica tra studentesse e studenti spingendolx ad odiare chi alza la testa e non i baroni, che si arricchiscono sulle spalle di studentesse e studenti.
Sappiamo anche a cosa mirate: controlli, tornelli e competizione tra studenti, fretta di laurearsi sotto il ricatto di tasse sempre più alte. Questa è una palestra di obbedienza, per renderci schiavx più docili domani, per abituarci all’idea di chiusura e di esclusione.
Siccome sappiamo tutto questo, abbiamo reagito e a voi non è andato giù.
Avete preso forse spunto da Pinochet, quanto sono diversi i nostri riferimenti culturali…
Avete mandato 40 picchiatori di stato armati per spaccare scaffali, tavoli e teste chine a studiare. Teste che potevano essere le nostre.
Volete farci sentire insicuri nelle scuole e nelle università. Be’, abbiamo una notizia buona e una cattiva: avete ragione, abbiamo paura, ma avete torto perchè la paura è una delle molle più potenti al mondo e perchè abbiamo troppa paura dell’avvenire che ci avete apparecchiato per spaventarci dei vostri manganelli. Abbiamo molto da fare per spazzare via voi e il vostro “decoro”, la vostra boria di decidere chi può vivere la città e chi no, il vostro malcelato razzismo, la vostra sete di soldi e di comando.
La paura vera è studiare e non crescere, è lavorare troppo; la paura che abbiamo è che il meglio a cui possiamo ambire è un lavoro di merda che, in cambio dei soldi per mangiare, ci toglie il tempo per pensare.
Alle compagne e ai compagni bolognesi, tutta la nostra solidarietà e un augurio: che tutto questo esploda finalmente. La rabbia è pronta, e se la lasceremo deflagrare, la paura cambierà verso.