ABBATTERE LE FRONTIERE – al Brennero e ovunque
Perché delle donne e degli uomini diventano “gli immigrati” quando milioni di esseri umani vengono sradicati dalle loro terre e costretti a spostarsi. Le cause di tutto questo non sono misteriose né hanno sempre la brutalità delle bombe.
Un’intera comunità di pescatori senegalesi si trova senza mezzi di sussistenza perché la rapina perpetrata dai grandi pescherecci li ha lasciati senza pesce. Una comunità di pastori indiani deve trasferirsi perché la loro vita nomade è stata sconvolta dai pozzi tubolari azionati con i motori diesel: diventati sedentari per via della tecnologia esportata con la cosiddetta rivoluzione verde, una volta esaurite le falde acquifere non sanno più convivere con la scarsità d’acqua come avevano fatto per secoli. Centinaia di migliaia di contadini cinesi sono costretti a trasferirsi in città perché la costruzione di una gigantesca diga ha allagato le loro campagne.
Ci sono sempre più stranieri nel mondo, la cui mobilitazione forzata tocca tutti i continenti. Solo una minima percentuale cerca di raggiungere l’Europa. I container per profughi al confine tra Austria e Slovenia o tra Grecia e Macedonia, così come la “giungla” da poco demolita militarmente a Calais, portano nel cuore dell’Occidente la condizione di un miliardo di persone che vivono nelle baraccopoli del mondo. Un mondo che è un’enorme accumulazione di ghetti.
Le frontiere rendono esplicito ciò che l’organizzazione sociale capitalistica è di fatto.