Le strade sicure le fanno le compagne che le attraversano, non i fasci e gli sbirri

Ieri, sabato 1 settembre, mentre facevano la loro solita camminata pomeridiana lungo il corso, i/le pescaresi hanno trovato in pieno centro, Cas(s)aPound in presidio al terminal bus. Indetto in seguito allo stupro avvenuto sabato 25 agosto nella zona terminal bus, questo presidio, con chiamata regionale, intendeva opporsi al “degrado” della zona della stazione, farcendo il discorso di sessismo e razzismo, con la solita retorica contraria all’immigrazione. Ovviamente da buoni fascisti servi del potere quali sono non è mancata la richiesta di maggiore presenza di sbirri nelle strade.

Quello stesso pomeriggio, però, i fascisti non si aspettavano che delle persone, compagni e compagne, immigrati ed immigrate, spontaneamente e autorganizzandosi, si opponessero alla loro presenza, dimostrando che per stare in strada non c’è bisogno di chiedere il permesso a nessuno. Dall’altra parte invece un manipolo di obbedienti servi del potere, disposti a interrompere il presidio quando è scaduto l’orario gentilmente concesso.

Ieri, con quella contromanifestazione, si è urlato chiaramente che le donne non vogliono essere difese dalla merda fascista e che strumentalizzare uno stupro per portare avanti politiche razziste e securitarie fa incazzare, fa schifo e viene respinto con tutte le forze. Lo stupro è l’apice della violenza del patriarcato, a prescindere dalla nazionalità di chi lo compie, ed è ancora pratica ricorrente dei fascismi e degli uomini in divisa. Obiettivo di chi era in strada contro Cas(s)aPound è anche quello di esprimere la massima e più sincera solidarietà alla donna che ha subito la violenza.

LE STRADE SICURE LE FANNO LE COMPAGNE CHE LE ATTRAVERSANO, NON I FASCI E GLI SBIRRI.

Questo il volantino comparso nelle strade la notte prima del presidio.

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