Nel pomeriggio di ieri, domenica 2 luglio, fantomatici “cittadini” in nome della “difesa” della città di Montesilvano, hanno manifestato sul lungomare con l’obiettivo di eliminare fisicamente “bivacco, spaccio e abusivismo”. Sventolando bandiere tricolore, partiti verso le 18:30 dall’abbandonato Stella Maris, hanno marciato sul lungomare fino all’angolo tra via L’Aquila e via Isonzo, tratto di pineta dove si concentrano alcuni dei senegalesi di via Ariosto, persone che, dopo lo sconsiderato sgombero del 31 maggio operato dall’amministrazione comunale, ridotti in una condizione di estrema debolezza e precarietà, non hanno più un posto dove stare.
Come sono andate le cose: i partecipanti a questa marcia neofascita si sono ritrovati sulla spiaggia a lanciare intimidazioni e a tirare calci a cose e persone. Rintanatisi infine nella vicina pineta, hanno assistito, protetti da carabinieri e polizia, alla rabbia di tante persone che si sono opposte all’ennesimo episodio di razzismo in città.
Dal 31 maggio scorso, giorno dello sgombero forzato delle due residenze in via Ariosto a Montesilvano, la comunità senegalese di questa cittadina, già privata di casa, di lavoro e di tranquillità, continua ad essere presa di mira. Ad attaccarla questa volta è Marco Forconi, personaggio di riferimento di diverse formazioni neofasciste della zona, accompagnato – stando alle sue comunicazioni – dal vicesindaco della città di Montesilvano e dai consiglieri Aliano e Musa.
Difeso da carabinieri, digos e municipale, ha indetto una vile manifestazione in città, continuando a strumentalizzare, per la sua gloria politica e per una manciata di voti, l’estrema precarietà di queste vite migranti, piegate al suo tornaconto personale, alimentando altresì, da bravo fascista, una inutile quanto pericolosa guerra tra poveri, con l’obiettivo di mantenere l’ordine costituito.
Non abbiamo assistito inermi all’adunata di tanti razzisti, più o meno consapevoli, che sono arrivati a prendere a calci i senegalesi e i loro averi sulla spiaggia: siamo sces* in strada assieme alle nostre sorelle e ai nostri fratelli senegalesi per gridare contro questo ennesimo attacco razzista e fascista.
Perchè rimanere indifferenti, o soltanto indignati, davanti ad azioni del genere, legittima di fatto queste azioni e concede agibilità politica al razzismo e al fascismo.
Quello che sta succedendo a Montesilvano, come altrove, non riguarda soltanto la comunità senegalese, ma coinvolge tutt*: la crociata contro la povertà, condotta sotto le repressive etichette di “decoro” e di “degrado”, non conosce distinzioni razziali e non mira a risolvere il problema della povertà alla radice, ma tenta solo di invisibilizzarlo, ricacciandolo nelle periferie delle città, o, peggio, a strumentalizzarlo per qualche misero interesse di politici e costruttori, fonte di denaro e di potere.
La nostra solidarietà, allora, non si esaurisce con l’azione di ieri: continueremo a costruire un forte legame con questa comunità in difficoltà, come con ogni persona povera e sfruttata, “finché – citando Lou x – la gente non sa qual è il vero nemico”.
Il vero nemico di Montesilvano è il cementificatore, lo speculatore edilizio, il privatizzatore delle spiagge, il politico che va a braccetto col costruttore, il profeta del fascismo; il vero nemico sono tutti coloro che hanno le mani sulla città.
Diamo spazio alla voce di un componente della comunità senegalese, uno dei portavoce del comitato auto-organizzato di via Ariosto:
«Vogliamo lanciare un allarme alla comunità intera, alle forze dell’ordine e alle istituzioni di Montesilvano. La comunità senegalese è educata, religiosa e tranquilla ma, permettendo tali azioni razziste, la situazione non potrebbe che aggravarsi.
L’adunata fatta nella pineta, di fronte allo stabilimento “Luna Rossa”, organizzata da Fratelli d’Italia insieme a diversi componenti istituzionali del comune di Montesilvano, innesca un meccanismo pericoloso.
Noi avremmo potuto tollerare la manifestazione, ma è inaccettabile l’attacco subito da parte dei senegalesi cacciati con violenza dalla spiaggia. La preoccupazione è che un aumento della tensione possa causare incidenti che potrebbero sfociare in una guerra razziale. Una persona dopo essere stata cacciata dalla propria casa, dal lavoro, e infine cacciata dall’unico posto in cui può dormire, è una persona già morta.
Allora noi chiediamo con forza che, come viene ribadito anche dalla vostra costituzione, venga vietato ogni tipo di manifestazione a stampo fascista e razzista, e che vengano lasciate in pace le comunità migranti e residenti in città. Tutto questo affinché sia possibile una reale integrazione.
Non ci lasceremo intimidire da questa attacco, non abbiamo paura dei vili. Noi conosciamo la vera paura e non permetteremo il ripetersi di simili azioni»
Comitato di via Ariosto