CONTRO IL DEGRADO DEI GIORNALI, DIFENDIAMO GLI SPAZI SOCIALI!

periferia

Dopo la tragedia avvenuta domenica notte a Chieti Scalo, non possiamo rimanere in silenzio: esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia del caro Fausto e la nostra solidarietà agli amici del Tre Assi.

Fin da subito, la notizia di un gesto così violento avvenuto nelle nostre strade,a pochi passi da un posto che tutti frequentiamo, scagliato contro una persona così simile a noi, ci ha sconvolto; pian piano, poi, abbiamo incominciato a notare lo sciacallaggio mediatico sulla vicenda.

Quello che all’inizio è comparso su tutti i giornali come “l’omicidio del kebabbaro”, nel giro di poche ore è diventato “l’omicidio del circolo del degrado”; ovvero, la classica disinformazione all’italiana, quella semplicista, banalizzante, allarmante, che se non utilizza i tasti del razzismo, si sofferma su quelli del decoro. Un decoro non meglio identificato, invocato da giornalisti, cittadini e imprenditori locali, che immaginano una Chieti Scalo a letto con la tisana alle 19:00 di sera, senza lasciare spazio e tempo alla socialità ed alla creatività delle studentesse e degli studenti che vivono nel quartiere.

Non dimentichiamo che una delle grandi risorse di Chieti Scalo è rappresentata proprio da loro (oltre 30mila rispetto ai 50mila cittadini di Chieti e Chieti Scalo!); student* che a Chieti vivono, pagano affitti esorbitanti, comprano…e che in cambio hanno avuto, come unica pseudo-struttura, il privatissimo e costosissimo Villaggio Mediterraneo.

Student* che a quanto pare sono bramati solo quando spendono e pagano, ma non quando chiedono e creano degli spazi adatti alle loro esigenze.

Il quartiere dove è avvenuta la tragedia è un quartiere popolare, abitato soprattutto dalle famiglie degli ex-operai della cartiera Burgo (chiusa dal 2008) rimasti senza lavoro e da studenti. Un quartiere reso invisibile ed abbandonato a se stesso, in cui dei ragazzi, andando contro tutte le difficoltà del caso, hanno voluto creare un circolo in grado di poter accogliere tutt*, incentrato sulla socialità, sulla cultura nelle più svariate forme (dalla musica alle mostre fotografiche) e con prezzi popolari, così da coinvolgere tanto gli e le student* quanto le e i resident* del quartiere.

Una realtà ben diversa da quella descritta da qualche giornalaio (o giornalista) in cerca di visibilità, mettendo in moto la peggiore macchina del fango, ignorando la realtà di un quartiere che noi viviamo quotidianamente.

Ebbene, siamo cert* che luoghi di socializzazione e di cultura come il circolo Tre Assi non siano il problema, bensì una soluzione!

Il vero degrado è un quartiere morto e senza nessuna attrattiva, dove i giovani crescono senza stimoli, senza creatività, senza una sana socializzazione. La soluzione allora sono proprio i luoghi di aggregazione, gli spazi liberati, l’arte, la musica.

Il “decoro” fatto di sorveglianza, divieti e ordinanze (per di più invocati falsamente a nome di noi student*!) ci sembra inutile, poiché completamente incapace di incanalare e risolvere le reali esigenze delle persone che vivono questa realtà; così come schifiamo l’atteggiamento di molti giornalisti, che hanno infamato chi ha deciso di combattere l’immobilità e l’inerzia di Chieti, restituendo finalmente vita e attività a una zona fin troppo trascurata, la stessa vita fatta di amici e musica che anche Fausto amava.

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